Il metodo etologico-cognitivo, educare con coscienza e rispetto.

Educare un cane non è semplice. Molte volte nella mia carriera mi è capitato di incontrare persone che hanno minimizzato l’importanza di approfondire le proprie conoscenze cinofile prima di prendere un cane e dopo il suo arrivo in casa.

Dovremmo sicuramente iniziare col considerare il nostro cane come individuo, con una sua coscienza, intelligenza, e bisogni specifici.

Abbiamo già trattato il discorso inerente ai bisogni del nostro amico a quattro zampe nell’articolo sulla relazione; tuttavia, gli altri aspetti sono altrettanto importanti. Un individuo qual è il cane, ha delle necessità specifiche e soprattutto un potenziale.

Sulla base di queste premesse si sviluppa il metodo etologico-cognitivo.

Partiamo dall’etologia: è la branca della biologia e della zoologia che studia il comportamento animale. Con ciò analizziamo qual è il comportamento del cane partendo da fattori assolutamente rilevanti quali:

  • Razza (genetica);
  • Sesso;
  • Esperienze di vita.

Ogni soggetto, infatti, ha un suo personalissimo bagaglio di esperienze che ne condiziona inevitabilmente il comportamento.

Possiamo dunque affermare che ogni soggetto è il risultato della sua genetica e delle sue esperienze di vita.

Sulla base di queste informazioni sarà decisamente più facile stabilire un punto di partenza per la correzione di eventuali problemi comportamentali.

Il rispetto dei bisogni fisiologici di razza e dei comportamenti tipici della specie ci aiuteranno molto a capire qualcosa in più della soggettività del nostro cane.

Sapere come un cane, generalmente, si comporta in determinate situazioni o fasi della vita è il primo passo per favorire una comprensione migliore tra lui e il proprio compagno umano.

Ad esempio: quando una mamma è in fase di allattamento è letteralmente una “ciotola” che si muove, va in giro e compie azioni e comportamenti. Ciò insegna ai cuccioli qualcosa di fondamentale; impegnarsi per avere il cibo (ricordatelo è molto importante), e mettere la sopravvivenza sopra ogni cosa.

Questo comportamento è tipico della specie. Questo è un dono incredibile che la mamma del nostro cucciolo ci ha fatto. Lo ha preparato alla vita insegnandogli a rimboccarsi le maniche.

Qui arriviamo al lato cognitivo del metodo.

Ogni soggetto ha due “lati” dell’intelligenza:

  • Istintiva;
  • Cognitiva.

Mentre noi esseri umani preferiamo utilizzare primariamente l’intelligenza cognitiva, per i cani non è così. Loro ragionano principalmente per istinto nonostante l’incredibile lavoro che la mamma ha fatto su di loro.

Il metodo etologico-cognitivo è voluto per fare in modo che il cane scelga di preferire l’intelligenza cognitiva così da essere sempre lucido e con il cervello “acceso” in molte situazioni.

Ad esempio:   Se il nostro cane vede un altro cane correre, l’istinto gli suggerirà di correre anche lui. Un cane che ha delle buone basi di sviluppo cognitivo in quella situazione sarà decisamente più incline ha porsi quantomeno una domanda: “potrò correre anche io?”, la sua tendenza sarà dunque quella di ragionare in base alle situazioni e, magari, a chiedere una conferma al suo conduttore prima di darsi una risposta autonomamente.

Ogni soggetto ha una sua intelligenza di base, il punto di partenza di ogni cane è diverso e assolutamente soggettivo, ci saranno razze di cani molto più lucide e capaci ad usare il lato cognitivo rispetto ad altre. Ciò non ci esime dal lavorare più duramente qualora il nostro cane abbia bisogno di più tempo per apprendere questa competenza basilare. Esattamente come faremmo con un qualsiasi altro membro della nostra famiglia.

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